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  • RAZIONALE

    Il dolore addominale è una delle problematiche di più comune riscontro in età pediatrica. La maggior parte dei bambini e degli adolescenti che lamentano dolore addominale, tuttavia, sono affetti da un disordine funzionale gastrointestinale senza che vi sia un’evidente patologia organica di base. A differenza di quanto avveniva in passato, la diagnosi di tali disturbi in età pediatrica non necessita più di valutazioni strumentali o di laboratorio, soprattutto in seguito all’introduzione nella pratica clinica, da oltre un decennio, di criteri esclusivamente clinici, i ben noti Criteri di Roma IV: la classificazione dei disturbi funzionali dell’intestino, infatti, si basa sui sintomi riferiti dai bambini o dai loro genitori a livello dei cosiddetti organi bersaglio. Tali criteri sono stati pensati per essere utilizzati non solo come strumento diagnostico conveniente e di facile utilizzo, ma anche per pianificare l’approccio terapeutico più adatto al paziente. A partire dai tre anni può essere più facile capirne la localizzazione: i bambini possono lamentare dolore in un punto ben preciso o talmente intenso da provocarne il risveglio durante la notte. Il dolore può associarsi a febbre, diarrea, vomito e sangue. È anche vero che spesso il mal di pancia può diventare il modo di esprimere un disagio psichico che non si riesce a spiegare a parole. Per quanto riguarda l’approccio terapeutico, nella pratica corrente in età pediatrica l’atteggiamento più diffuso prevede un trattamento empatico con la rassicurazione del paziente e della famiglia e che si associa ad una risoluzione dei sintomi nel 30-40% dei casi, prevalentemente nei casi di dolore addominale cronico funzionale. I probiotici, infine, rappresentano una promettente terapia in grado di modificare i sintomi e il decorso della malattia: esperienze cliniche dimostrano infatti che il consumo di probiotici è più efficace del placebo nel determinare un migliore controllo del dolore (frequenza ed intensità) alla fine del trattamento e soprattutto durante il follow-up. Determinante è anche il corretto approccio ad una sana alimentazione e non solo nei primi 1000 giorni