RAZIONALE
L’infezione da Papilloma virus o HPV è l’infezione sessualmente trasmessa più diffusa in entrambi i sessi. L’internacional Agency for Research on Cancer (IARC) ha inserito l’HPV tra gli agenti cancerogeni per l’uomo, potendo determinare tumori a livello di più distretti: principalmente quelli della cervice uterina e inoltre, pene, vulva, vagina, ano e distretto testa collo (in modo particolare orofaringe) . Si stima, infatti, che l’HPV sia responsabile di circa il 97% dei tumori della cervice uterina, dell’88% dei tumori anali, del 70% dei tumori vaginali, del 50% dei tumori del pene, del 43% dei tumori vulvari e di circa il 26-30% dei tumori del distretto testa – collo. Queste percentuali si traducono in circa 7500 nuovi casi di tumori HPV – correlati ogni anno in Italia, sia nelle donne che negli uomini, ai quali bisogna aggiungere altri casi di malattie correlate all’HPV come le displasie cervicali, i condilomi ano-genitali. Ridurre l’incidenza di tutte queste patologie è possibile grazie ad interventi di prevenzione – come la vaccinazione e lo screening – ad oggi, però, ancora poco sfruttati. In Italia, infatti, oltre 2,2 milioni di giovani non sono protetti contro l’HPV e corrono il rischio di contrarre il virus e di diffonderlo, e l’11 % delle donne, di età compresa fra l’HPV e corrono il rischio di contrarre il virus e di diffonderlo, e l’11% delle donne, di età compresa fra i 25 e i 64 anni di età, non ha mai effettuato l’HPV o il PAP test per lo screening del tumore alla cervice uterina. Dati non confortanti che ci allontanano dal raggiungimento dell’obiettivo di Sanità Pubblica proposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di eliminare il carcinoma cervicale nei prossimi anni. Là dove si è partiti prima con l’implementazione degli interventi di prevenzione (come in Australia) o dove l’adesione è stata massiccia (come, ad esempio, in Svezia e Danimarca). Le lesioni precancerose sono praticamente scomparse. Secondo le stime attuali, infatti l’Australia entro il 2035 diventerà il primo Paese al mondo ad eliminare i tumori causati dall’HPV. Noi, però, siamo lontani dall’obiettivo, motivo per il quale è necessario mettere subito in atto alcuni provvedimenti per incentivare e potenziale la prevenzione contro l’HPV in Italia. La vaccinazione rimane sicuramente lo strumento più efficace per difendere sia le donne che gli uomini dal virus oncogeno potendo prevenire fino a oltre il 90% di tutti i casi di tumori HPV – correlati. Secondo il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023- 2025, sarebbe opportuno raggiungere il 95% di copertura nel target primario degli adolescenti ma, purtroppo, nessuna regione attualmente raggiunge questo obiettivo. In Italia, infatti, i dati di immunizzazione sono ancora bassi e con importanti differenze tra le diverse regioni italiane. Anche gli esami di screening sono fondamentali per raggiungere l’obiettivo di eliminazione dei tumori della cervice uterina. Come i vaccini, sono dei veri presidi sanitari salvavita la cui importanza è però ancora sottovalutata. Persistono poi all’interno del territorio nazionale forti differenze tra le diverse regioni sia in termini organizzativi si in termini di offerta, soprattutto della vaccinazione. Ridurre drasticamente, fino a farli scomparire, i casi di tumore HPV correlati non è un’utopia ma un traguardo.